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“Il cinema possiede il potere straordinario di ispirarci, insegnandoci lezioni preziose attraverso storie di lotta, speranza, riuscita”

Quando ho letto questa frase sul blog di Elena Zanella, collega stimata e riconosciuta nel mondo del Terzo Settore, autrice di diversi libri, AU dell’omonima Elena Zanella SRL Agenzia integrata per il sociale – Fundraising Academy, oltre che mentore e cara amica, beh, non ho potuto fare a meno di chiamarla.

“Elena, ti devo intervistare per Frame for Life! Vorrei parlare con te di Fotografia e Cinema, di quanto sono importanti per le attività di Advocacy, Comunicazione e Fundraising nel Non Profit!”

Ed ecco qui il risultato, una bella chiacchierata ma soprattutto una guida per chi lavora nel Terzo Settore e per quelle organizzazioni che hanno bisogno di ispirazione su come aumentare l’impatto, l’engagement e la credibilità delle proprie attività coinvolgendo un pubblico più ampio, come distinguersi dal rumore di fondo.

 

Comunicare efficacemente è cruciale per qualsiasi ente. È possibile incontrare situazioni in cui un’organizzazione, nonostante svolga un lavoro lodevole e abbondi di idee e progetti, si trovi a corto di mezzi per trasmettere efficacemente il proprio messaggio. La mancanza di una comunicazione strutturata è dovuta, il più delle volte, all’inconsapevolezza; altre volte alla tendenza di concentrarsi troppo sui dettagli interni dell’organizzazione, il che sfocia spesso in autoreferenzialità, perdendo di vista il pubblico esterno e le richieste poste da quest’ultimo. Una comunicazione professionale, realizzata attraverso gli strumenti che hai identificato, ovvero un percorso fotografico, un film, una serie di post e racconti per immagini, può trasmettere in modo immediato ed emotivo il lavoro dell’ente, suscitando empatia e coinvolgimento nei potenziali attivisti, volontari, donatori e stakeholders. Sono dell’idea che investire in una comunicazione visiva e narrativa di qualità possa far emergere la voce e l’importanza delle organizzazioni non profit, aiutandole a raggiungere un pubblico più ampio e a generare il sostegno necessario per continuare la propria opera.

Viviamo in un’epoca in cui l’immagine e il video esercitano un impatto straordinario sulla percezione e sull’attenzione del pubblico. In un contesto sempre più visivo e immediato, diventa essenziale per le organizzazioni del Terzo Settore adattarsi e utilizzare efficacemente strumenti come lo storytelling fotografico e i video professionali per raggiungere il loro pubblico. Questi strumenti sono incredibilmente potenti nel catturare l’attenzione e nel trasmettere in modo emozionante e coinvolgente il lavoro e la missione dei nostri enti. Un’immagine o un video ben realizzati possono emozionare e indurre il desiderio di partecipazione, oltre che contribuire a sensibilizzare su questioni sociali importanti.
Tuttavia, un buon storytelling visivo non è la soluzione per tutto. Sebbene possa essere efficace nel creare interesse, non è sempre sufficiente per affrontare le complessità dei problemi di cui ci occupiamo o per convincere un pubblico scettico. È dunque altrettanto importante mantenere un approccio olistico alla comunicazione, il che significa integrare la narrazione visiva ad altri strumenti e approcci, come testi argomentativi, dati statistici, testimonianze dirette e il coinvolgimento attivo della comunità più direttamente interessata.
Solo in questo modo si può creare una comunicazione che possa davvero “attecchire” sui diversi pubblici, anche il più esigente, e favorire una fedeltà nel lungo periodo.

 

Nella mia pratica professionale, faccio sempre uso di immagini per accompagnare i miei testi, e adotto lo stesso approccio con le organizzazioni non profit con cui collaboro. Il mio background in grafica ha certamente influenzato questo modus operandi. Ritengo che la capacità di combinare estetica e sostanza sia fondamentale nel campo della comunicazione, specialmente quando si tratta di promuovere cause importanti e sensibilizzare il pubblico su questioni sociali che magari non lo riguardano particolarmente, ma di cui c’è grande bisogno di sostegno e che meritano di essere conosciute.

Le organizzazioni che riescono a padroneggiare l’arte della comunicazione sui social media stanno vedendo risultati significativi, sia in termini di aumento dell’awareness sulla loro causa che di incremento delle donazioni e del coinvolgimento della comunità. In generale, osservo un aumento dell’attenzione e della professionalizzazione nell’uso dei social media nel Terzo Settore, e credo che questo trend continuerà a crescere con il passare del tempo, portando a una maggiore efficacia nella comunicazione delle organizzazioni non profit. La presenza sui social media deve però essere gestita con attenzione e responsabilità. Pubblicare qualsiasi cosa solo per avere presenza costante potrebbe compromettere l’integrità dell’organizzazione e alienare il pubblico (è ciò che viene definito, per intenderci, “overload informativo”, ovvero un eccesso di informazione che provoca sovraesposizione e, di conseguenza, disinteresse o – peggio – repulsione nel lettore). È fondamentale mantenere la coerenza con la missione e i valori dell’organizzazione, e trovare la propria dimensione comunicativa che rispecchi al meglio la propria identità e il proprio pubblico di riferimento.

Sono tre i motivi che portano un ente a rinunciare a una comunicazione visiva professionale:
Percezione di costi elevati: uno dei motivi principali potrebbe essere il costo associato alla produzione di contenuti visivi professionali.
Priorità diverse: In altri casi, gli enti hanno priorità preminenti o obiettivi che ritengono più urgenti rispetto alla comunicazione visiva, come se la buona causa fosse di per sé sufficiente a muovere l’adesione.
Mancanza di consapevolezza sull’importanza: alcune organizzazioni potrebbero sottovalutare il ruolo che le immagini e i video di alta qualità possono svolgere nel coinvolgere il pubblico e promuovere la loro causa.
Al contrario, investire in una comunicazione visiva professionale può offrire una serie di vantaggi significativi:
Aumento dell’impatto e dell’engagement: utilizzare immagini e video di alta qualità può aumentare l’impatto emotivo del messaggio e coinvolgere il pubblico in modo più efficace rispetto alla semplice comunicazione testuale. Ciò può portare a una maggiore partecipazione, sostegno e sensibilizzazione per la causa dell’organizzazione.
Maggiore credibilità e professionalità: immagini e video ben realizzati possono aiutare a costruire la reputazione dell’organizzazione e a instillare fiducia nei sostenitori e nei potenziali donatori.
Differenziazione dalla concorrenza: in un panorama in cui molte organizzazioni non profit competono per l’attenzione e il supporto del pubblico, una comunicazione visiva di alta qualità aiuta a distinguersi dal rumore di fondo (ne parlavo qui recentemente https://elenazanella.it/lanelasticita-del-mercato-del-dono-strategie-per-affrontarla-e-superarla/). Essere in grado di presentare la propria storia e il proprio lavoro in modo coinvolgente e professionale può attrarre l’interesse e l’attenzione di un pubblico più ampio.

Sono tre i motivi che portano un ente a rinunciare a una comunicazione visiva professionale:
Percezione di costi elevati: uno dei motivi principali potrebbe essere il costo associato alla produzione di contenuti visivi professionali.
Priorità diverse: In altri casi, gli enti hanno priorità preminenti o obiettivi che ritengono più urgenti rispetto alla comunicazione visiva, come se la buona causa fosse di per sé sufficiente a muovere l’adesione.
Mancanza di consapevolezza sull’importanza: alcune organizzazioni potrebbero sottovalutare il ruolo che le immagini e i video di alta qualità possono svolgere nel coinvolgere il pubblico e promuovere la loro causa.
Al contrario, investire in una comunicazione visiva professionale può offrire una serie di vantaggi significativi:
Aumento dell’impatto e dell’engagement: utilizzare immagini e video di alta qualità può aumentare l’impatto emotivo del messaggio e coinvolgere il pubblico in modo più efficace rispetto alla semplice comunicazione testuale. Ciò può portare a una maggiore partecipazione, sostegno e sensibilizzazione per la causa dell’organizzazione.
Maggiore credibilità e professionalità: immagini e video ben realizzati possono aiutare a costruire la reputazione dell’organizzazione e a instillare fiducia nei sostenitori e nei potenziali donatori.
Differenziazione dalla concorrenza: in un panorama in cui molte organizzazioni non profit competono per l’attenzione e il supporto del pubblico, una comunicazione visiva di alta qualità aiuta a distinguersi dal rumore di fondo (ne parlavo qui recentemente https://elenazanella.it/lanelasticita-del-mercato-del-dono-strategie-per-affrontarla-e-superarla/). Essere in grado di presentare la propria storia e il proprio lavoro in modo coinvolgente e professionale può attrarre l’interesse e l’attenzione di un pubblico più ampio.

 

Intervista a cura di Silvia Superbi, presidente di Frame for Life